Vivere una vita migliore seguendo le 7 regole di Albert Einstein, non solo fisico ma molto di più
Albert Einstein, famoso genio della fisica, pacifista, attivista politico e antirazzista, nascondeva anche un lato da “mental coach” e ha insegnato importanti lezioni di vita.
La prima delle 7 regole di Einstein è dedicare gli sforzi alle cose che contano. Non sprecare energie per le cose superflue a discapito di quelle veramente importanti è un ottimo modo per ottimizzare gli sforzi, quindi liberare la mente per focalizzarsi solo su ciò che conta di più. La seconda è fare le cose che amiamo anche se non siamo proprio così capaci nel realizzarle. La moglie di Einstein, nonché cugina, raccontava della passione dello stesso per la barca a vela e di come lui fosse completamente rilassato e sereno quando navigava. Quando la sua mente era concentrata su qualcosa di “semplice” era libera e molto spesso gli nascevano idee geniali in quei momenti.
Avere una mentalità da “puzzle” è la terza regola. Alcune persone pensando ai problemi a cui far fronte come ad esempio i problemi ambientali, politici o di salute si sentono impotenti perchè obiettivamente da soli non possono cambiare le cose. Einstein consigliava di provare a vederli come un puzzle in modo da poter pensare ad un approccio diverso per risolverli. Quarta regola del fisico più famoso è pensare alle cose che ci affascinano davvero. Quanti di noi abbiamo provato e fallito in determinate cose? Molti continuano ancora e ancora a fallire, ma per Einstein questo non era un problema, anzi, aveva imparato che le soddisfazioni più grandi erano proprio nel percorso stesso e non nel risultato.
La quinta delle regole è non lasciare che la politica ti riempia di rabbia o disperazione. A tutti sarà capitato nella vita di vedere un amico o anche qualcuno che non conosciamo, fare dichiarazioni che ci sconvolgono, con cui non siamo d’accordo e arrabbiarsi per questo. E’ una reazione istintiva e comune, ma alla fine è stata efficace nel raggiungere i nostri obiettivi? Penultima regola è l’obbedienza cieca all’autorità è il più grande nemico della verità. Molte persone quando sentono qualcosa di assurdo per la loro concezione sentono il bisogno di opporsi immediatamente. Capita a volte di trovare altre persone che la pensano allo stesso modo e insieme si oppongono alla parte che pensa l’opposto. Einstein definiva questo “follia collettiva” o “mente da gregge”. L’ultima delle regole del grande Albert Einstein era che la scienza, la verità e l’istruzione fossero per tutti, non solo per pochi privilegiati. Nel 1946 Einstein visitò la Lincoln University, il primo college nero negli Stati Uniti. Tenne un discorso dicendo che c’era una grande separazione tra le persone afroamericane e americane e che quella stessa separazione non era una malattia delle persone di “colore”, ma una malattia dei “bianchi”. Siamo sicuri che se Einstein fossi stato qui oggi, avrebbe fatto tutto il possibile affinché la divulgazione e l’istruzione e la scienza fossero accessibili (in tutti i termini) a tutti.
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