ROBERT TODD / A Gregory Markopoulos

Matteo Fantozzi

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Caro Gregory, Ci manchi qui. Questo mondo sensibile, così lontano dalla tua isola, deve ancora trasmutare completamente il tuo oro in un essere vivente.

Purtroppo, rimane conservato in un caveau che si apre di tanto in tanto affinché i pochi fortunati possano attraversarlo e conviverci nella memoria. Soltanto.

lettera a Markopoulos
Lettera a Gregory Markopoulos (LaFuriaUmana.it)

Ma sono grato per quelle condivisioni speciali, quei lunghi pasti dorati in cui hai tenuto corte per noi, che in realtà erano troppo brevi, troppo poco frequenti, o sono solo avido? Quanti anni sono passati da quando sei fuggito su quell’isola? È forte la tentazione di seguirti, ma sono costretto a restare qui in questa vita con le sue gloriose variazioni, vaghezze e discussioni.

Eppure ribadisco il mio impoverimento, la mia grande fame della forza e della certezza della tua luce elementare, chiedendomi quando quel sole vagabondo potrà raggiungermi attraverso questi cieli nuvolosi. L’attesa è insopportabile. Nel corso di questi eoni successivi, ho provato la mia mano al tuo filatoio, sperando di filare la magia da questa paglia in cui vivo e con cui vivo, e sebbene alcuni barlumi di spirito mi ricompensino di tanto in tanto, quegli splendori non lo fanno (come fanno i tuoi) brillano su quel metallo leggendario formatosi nel ventre delle stelle, ma brillano all’interno di quei cristalli mutevoli di sali che compongono i miei tributi in vetro colorato per te, echi di giada e tracce di passaggi oscuri lungo i quali spero di versare il mio tributo al chiaro di luna per te, Sempre.

Robert Todd

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