“Voci gli dicevano di farlo”: 53enne va in ospedale dopo essersi auto-evirato

R.D.V.

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Si taglia il pene e va in ospedale dopo 16 ore. I medici lo salvano e raccontano: “Sentiva voci che gli dicevano di farlo”.

Era la sera del 23 giugno 1993 quando una donna di ventisei anni di Buffalo aggrediva il marito, gli tagliava parzialmente il pene e scappava con la parte di membro evirata, per poi buttarla fuori dal finestrino.

Uomo si evira e va in ospedale dopo 16 ore
Uomo si evira e va in ospedale dopo 16 ore: salvo per miracolo – LaFuriaUmana.it

La polizia, dopo una lunga ricerca, ritrovò il pezzo di pene amputato, lo portò in ospedale e consentì al malcapitato evirato di avere il proprio pene ricucito chirurgicamente.

Il malcapitato fu quindi accusato dalla moglie di essere un abusatore, e questa fu la ragione che mosse l’aggreditrice: in realtà, in seguito, l’uomo verrà assolto dalle accuse di violenza ma la vicenda assunse una rilevanza internazionale.

La ricorderemo tutti come Caso Bobbitt, con Lorena che nel 1997 fu dichiarata temporaneamente incapace di intendere e di volere e fu costretta a un ricovero di 45 giorni in un ospedale psichiatrico.

Trent’anni dopo il Caso Bobbitt, un’incredibile storia d’autolesionismo

Trent’anni dopo le cronache riportano una vicenda analoga, sebbene in questo caso l’evirazione sia autoinflitta.

Siamo in India. Un uomo di 52 anni, affetto da schizofrenia, si è tagliato il pene con un coltello da cucina per poi buttarlo nel gabinetto.

16 ore dopo l’evirazione, s’è recato presso un presidio medico e i medici hanno raccontato come il 52enne – che aveva smesso di assumere le medicine per contrastare la schizofrenia – avrebbe sentito “voci nella testa che gli dicevano di tagliarsi il pene o altrimenti avrebbe affrontato terribili conseguenze”.

L’uomo è stato quindi una settimana in ospedale e oggi pare stia guarendo bene, non avendo riportato ulteriori complicazioni.

Il 53enne s’è evirato a causa della sindrome di Klingsor

E se nel caso di Lorena Bobbitt si trattò di una vera e propria aggressione ai danni di terzi (pur collegata ad un disagio psichico), la vicenda accaduta in India ha una vera e propria origine patologica: si tratta della sindrome di Klingsor, “rara forma di autolesionismo che deriva da anomalie psicologiche” spesso associate ad altre problematiche come per esempio l’abuso di sostanze o ad un contesto sociale emarginato.

Riscontrata per la prima volta nella letteratura medica negli anni ’90, rappresenta una sindrome molto rara: sono meno di 30 i casi riscontrati nel corso degli anni in tutto il mondo.

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