Prestazione occasionale e Partita Iva: attenzione alle novità ed all’errore che rovina tutti

Diana Martinese

Stai valutando se aprire una partita iva o lavorare a prestazione occasionale? Attenzione alle novità ed agli errori.

Avviare un’attività in proprio spesso è il sogno di un vita: essere svincolati da superiori magari tirannici, essere liberi di gestirsi autonomamente ci dà l’opportunità di fare un lavoro che ci piace e che ci soddisfa. Ma mettersi in proprio comporterà anche assumersi delle responsabilità che, se lavoriamo da dipendenti, non abbiamo. Soprattutto nel nostro Paese la legislazione in merito porta con sé una burocrazia da cui facciamo fatica a districarci.

Partita iva o prestazione occasionale? Attenzione a non fare errori
Vuoi metterti in proprio? Scegli tra partita iva o prestazione occasionale ma attento agli errori- Lafuriaumana.it

La prima cosa che dobbiamo sapere è che cominciando a lavorare in proprio siamo sottoposti a degli obblighi fiscali, certo anche lavorando con un contratto da dipendente lo siamo, ma della maggior parte degli adempimenti se ne occupa la ditta per cui lavoriamo. Quando saremo in proprio saremo noi ad occuparcene, anzi in certi casi avremo necessariamente bisogno di un commercialista e a questo punto cominciano i primi costi.

Vediamo cosa dobbiamo considerare nella scelta tra aprire una partita iva e lavorare a prestazione occasionale

Se siamo dei freelance e abbiamo avuto una richiesta da un committente, dobbiamo porci il problema se aprire una partita iva o lavorare in regime di prestazione occasionale. Il contratto di prestazione occasionale, lo dice la parola stessa, si applica quando il lavoro è saltuario e non particolarmente redditizio, ha un limite di compenso annuale stabilito dalla legge. Il compenso nell’anno solare non deve superare i 5000 euro. Se si supera il limite economico o il lavoro diventa continuativo il contratto decade. Il costo fiscale per questo tipo di contratto è la ritenuta d’acconto del 20%. Se viene superato il limite di 5000 euro però c’è l’obbligo di pagare i contributi INPS, calcolati sulla parte eccedente i 5000 euro. Un parte spetta al lavoratore l’altra al committente.

Freelance e regimi fiscali-partita iva o prestazione occasionale-ecco i costi
Valuta bene la scelta tra partita iva e prestazione occasionale se vuoi metterti in proprio- Lafuriaumana.it

Per aprire una partita iva invece, bisogna dare comunicazione all’Agenzia delle Entrate, tramite un modulo, entro 30 giorni dall’inizio dell’attività. C’è da  considerare che, a differenza del contratto di prestazione occasionale, l’apertura della partita iva ha dei costi: il commercialista, la spesa annuale per il mantenimento della stessa, tasse e contributi previdenziali.

Dal punto di vista fiscale c’è la possibilità di scegliere tra un regime ordinario e uno forfettario; quest’ultimo è agevolato in quanto non ha versamenti IRPEF o IRAP e non ha l’obbligo dei registri contabili. Inoltre all’apertura, se rientriamo in certi requisiti, possiamo pagare solo il 5% di tasse invece che il 15%.

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