Semplice gesto d’affetto o violenza sessuale? Quando un bacio si tramuta in reato

Il bacio senza consenso è violenza sessuale? Ecco cosa dice la legge, secondo l’ultima sentenza del 2023.

Negli ultimi 25 anni la legge nei confronti dei reati di violenza sessuale ha fatto passi da giganti, adeguandosi ai costumi e ad una mutata visione del ruolo e dei diritti delle donne. Altresì è cambiata la percezione di abuso sessuale e della definizione del consenso, rivoluzionando la giurisprudenza in tale materia.

Bacio è violenza sessuale? Ecco cosa dice la legge
Il bacio senza consenso è violenza sessuale (lafuriaumana.it)

 

Bisogna considerare, infatti, che prima del 1996 la violenza sessuale era un reato contro la morale e la legge faceva ancora distinzione tra violenza carnale (lo stupro) e atti di libidine violenti (le molestie, ma non rientravano tutte in questa definizione poiché molte molestie fisiche e verbali erano moralmente accettate).

Oggi la legge italiana non discrimina più tra molestie e stupro, poiché tutte rientrano nel reato di violenza sessuale. Tuttavia, la normativa ha stabilito un minimo della pena fino a un massimo, riservato ai casi più gravi. Dunque, le molestie rientrano nelle fattispecie penali di lieve entità. È cambiato anche il modo in cui la giurisprudenza stabilisce quali casi rientrano nel reato di molestia sessuale, basandosi anche alla mutata percezione del fenomeno.

Il bacio senza consenso è violenza sessuale? Ecco cosa dice l’ultima sentenza

Un tempo, infatti, era considerato normale baciare una donna contro il suo consenso perché vigeva l’idea che una donna si sottraesse solo per dimostrare la sua verginità e che quest’ultima non fosse in grado di prendere posizione, dunque acconsentire o meno. Dunque era la morale dei tempi a farlo e la donna era obbligata a sottrarsi anche se la situazione le piaceva, per non passare come una di facili costumi.

L'ultima sentenza per violenza sessuale
La nuova sentenza del tribunale su un caso di molestie (lafuriaumana.it)

 

Ciò portava a confusione e stereotipi e spesso nelle aule dei tribunali si giustificavano tali azioni, come “vis grata puellae” (“la violenza è gradita alla fanciulla”). Inoltre, l’uomo era considerato “cacciatore”, dunque era dalla morale comune incentivato a prendere iniziativa poiché toccava alla donna rifiutare o perché, come detto, la donna non era in grado di esprimere il consenso perché considerata fisicamente ed emotivamente inferiore.

Anche le fiabe di una volta rappresentavano principesse addormentate e svegliate dal bacio del principe e negli ultimi anni sono finite al centro di un dibattito per questo motivo, tanto che nei remake dei classici Disney queste scene sono state rimosse. Dunque, il senso comune ha imposto un cambiamento nelle leggi e nell’approccio dei tribunali. Secondo le ultime sentenze, baciare senza consenso una donna è un reato penale configurabile come violenza sessuale.

Questo perché la bocca è considerata una zona erogena e l’intenzione di chi bacia sulle labbra ha natura sessuale. Lo esplicita una nuova sentenza, la 33697/2023 emessa dal Tribunale dell’Aquila. In tribunale è finito il caso di una donna che è stata baciata in bocca a stampo senza il suo consenso, condannando un uomo alla pena di 1 anno e otto mesi di reclusione.

La vicenda è accaduta nel 2019, quando un uomo ubriaco afferrò il viso di una sconosciuta stampandole un bacio. La vittima ha sporto denuncia facendo aprire il processo a carico dell’imputato. Il tribunale ha stabilito che è violenza sessuale perché la donna non ha potuto esprimere il consenso poiché colta di sorpresa. Secondo i giudici, la donna non ha fatto nemmeno in tempo a sottrarsi e divincolarsi.

Nonostante il difensore abbia cercato di far ridimensionare l’episodio in violenza privata, mettendo in evidenza che l’azione non aveva connotazione sessuale e sottolineando il suo contesto sociale e culturale, i giudici hanno dato ragione alla donna, condannandolo.

Impostazioni privacy