Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura e noto critico d’arte, si trova al centro di una tempesta giudiziaria a causa dell’ipotetica indagine per il presunto furto di beni culturali.
Il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, potrebbe essere coinvolto in un’indagine per il presunto furto di beni culturali, in relazione al caso del dipinto di Rutilio Manetti. Secondo le informazioni disponibili, la Procura di Imperia avrebbe iscritto il critico d’arte nel registro degli indagati.
Nonostante ciò, il 71enne estense, attualmente cotitolare della carica con Lucia Borgonzoni e Gianmarco Mazzi dal novembre 2022, ha respinto le accuse, affermando che non ha ricevuto alcuna comunicazione di ipotesi di reato né dal suo avvocato Giampaolo Cicconi né direttamente. Resta da capire di cosa esattamente lo accusino.
L’accusa contro Vittorio Sgarbi
Il Fatto Quotidiano è stato il primo a riportare la notizia dell’indagine che coinvolgerebbe Vittorio Sgarbi. Il sottosegretario alla Cultura, stando a quanto riportato, sarebbe sotto inchiesta per il presunto furto del dipinto di Rutilio Manetti, sparito dal Castello di Buriasco nel 2013 e riapparso a Lucca nel 2021 come una “nuova” opera di proprietà di Sgarbi.
La Procura di Imperia avrebbe avviato l’indagine come risultato di un’indagine precedente, in cui Sgarbi rischierebbe un processo per “esportazione illecita di opere d’arte” legata a un dipinto attribuito al Valentin de Boulogne. Questo secondo caso avrebbe portato all’iscrizione del critico d’arte nel registro degli indagati, causandogli ulteriori complicazioni nella sua posizione di sottosegretario.
La difesa del sottosegretario alla Cultura
Dopo essere venuto a conoscenza della notizia attraverso i media, Vittorio Sgarbi ha prontamente negato di essere coinvolto in un’indagine per furto di beni culturali. L’ha fatto tramite il suo avvocato Giampaolo Cicconi, il quale ha evidenziato la mancanza di comunicazioni ufficiali.
L’avvocato ha inoltre sottolineato la possibile “violazione del segreto istruttorio” nel caso in cui l’iscrizione nel registro degli indagati venisse confermata. Ha dichiarato che al momento non possono commentare nulla e, in caso di notifica da parte della procura, sarà decisione di Sgarbi a chi affidare l’eventuale assistenza legale.
Le dichiarazioni di Sgarbi sono state in linea con la difesa del suo avvocato, sottolineando di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale riguardante l’avvio delle indagini e definendo l’accaduto come “ennesima diffamazione”. Ha affermato di non capire come possa essere accusato di un furto mai commesso e di un reato avvenuto 11 anni prima, in circostanze non chiare agli inquirenti dell’epoca. Ha anche specificato che l’opera in suo possesso è in buone condizioni, con una stesura pittorica ben conservata e uniforme.
Ma la Procura di Macerata ha successivamente confermato che Sgarbi è ufficialmente indagato. Secondo quanto riferito dal procuratore Giovanni Fabrizio Narbone all’Ansa, il fascicolo è stato ricevuto nelle scorse ore. Sgarbi, stando alle informazioni disponibili, sarebbe indagato per il reato di autoriciclaggio di beni culturali, come previsto dall’articolo 518-septies del codice penale.