Svolta epocale per i resi delle grandi aziende, non saranno più possibili

Jessica M.

A breve diremo definitivamente addio ai resi gratuiti anche in Italia. Ecco cosa cambierà per tutti coloro che sono amanti dello shopping online.

Addio resi online
Addio resi online – Lafujriaumana-it

Tra non molto prima di fare acquisti online bisognerà pensarci tre volte, minimo. Tutte le aziende, o quasi, che hanno sempre optato come servizio per la clientela al reso gratuito, hanno deciso di abolirlo definitivamente. Questa decisione riguarda i più grandi marchi di moda come Amazon, Zara, H&M, J.Crew, Anthropologie, Abercrombie & Fitch hanno deciso di cambiare le regole introducendo una commissione a chi vuole restituire un prodotto.

Addebito per i resi

commissione sui resi
commissione sui resi – lafuriaumana.it

 

Al momento questa novità sta coinvolgendo solo alcuni Paesi all’estero, ma non si esclude che la regola arrivi ad essere applicata anche in Italia. Purtroppo le ragioni sono più che valide, infatti i camion carichi di pacchetti stanno diventando insostenibili, sia per le aziende che per l’ambiente. Questo cambiamento è stato introdotto nel Regno Unito dove l’81% dei rivenditori ha introdotto un costo aggiuntivo per la restituzione dei prodotti. La Repubblica ha raccontato di quanto sta per accadere grazie all’articolo del New York Post, che ha rivelato tutti i dettagli in merito.

Zara, infatti, ha iniziato ad addebitare 1,95 sterline per la restituzione di articoli acquistati online. Questo addebito viene fatto attraverso punti di ritiro gestiti da terze parti, come gli uffici postali. Chiaramente questa politica non si applica ai resi effettuati direttamente nei negozi fisici della catena spagnola. Anche aziende come Uniqlo in Giappone e Asos nel Regno Unito hanno introdotto politiche simili di restituzioni a pagamento.

Colpa dei clienti sconsiderati

aziende accettano resi con commissione
aziende accettano resi con commissione – lafuriaumana.it

 

La decisione non è stata sicuramente presa alla leggera, anzi tutt’altro, ma è stata una conseguenza inevitabile dovuta all’atteggiamento sconsiderato dei clienti. Molte aziende hanno notato che i consumatori acquistavano diverse taglie e colori, ma restituivano la maggior parte degli articoli, trasformando così le loro case in vere e proprie prove di vestibilità. Alcuni clienti addirittura utilizzavano gli articoli prima di restituirli.

Questo modo di fare ha messo a dura prova le aziende che spesso si sono trovati con capi invendibili, dato che erano stati danneggiati. Di recente anche Amazon negli Stati Uniti ha seguito questa strada iniziando ad addebitare un dollaro ai clienti per la restituzione degli articoli presso i negozi UPS. Ora è possibile che a breve anche le aziende italiane si muovano nella stessa direzione. Abercrombie, ad esempio, ha già annunciato che dal 24 gennaio 2024 «si può restituire o scambiare solo tramite il nostro corriere preferito o in un negozio».

Gestione cookie