Allerta sanità in 12 regioni, scoppiato un nuovo caso: i dati sono davvero preoccupanti

Daniela Paolucci

L’allerta sanitario si è diffuso in ben 12 regioni, con l’emergere di un nuovo caso, i cui dati registrati si presentano davvero preoccupanti.

Allerta sanita regioni
Allerta sanità – Foto Max Cavallari/Ansa

Il panorama della sanità italiana continua a mostrare segnali preoccupanti. I dati preliminari relativi ai Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) nel 2022 rivelano condizioni estremamente gravi, con solo 9 regioni su 21 che sono riuscite a fornire le cure mediche essenziali ai propri cittadini. La maggior parte del territorio italiano, rappresentante oltre la metà, non ha raggiunto il livello considerato sufficiente. Nei dettagli, esamineremo i dati, la loro interpretazione e, purtroppo, la classifica delle regioni più in difficoltà.

Allerta sanità: situazione allarmante

I dati, forniti dal Ministero della Salute, sono preliminari ma non lasciano intravedere nulla di positivo. Questa situazione è stata evidenziata da Quotidiano Sanità, che ha messo in luce le problematiche del sistema sanitario pubblico.

Sono stati analizzati tre macro indicatori riguardanti la prevenzione, gli ospedali e il territorio, nei quali ben 12 casi hanno mostrato un mancato raggiungimento dello standard minimo di assistenza nel 2022. Questo rappresenta un peggioramento rispetto al 2021, nonostante la pandemia in corso avesse fornito aiuti extra e avesse imposto restrizioni alla mobilità dei cittadini.

Nella parte superiore della classifica si posizionano il Veneto, seguito dall’Emilia-Romagna e dalla Toscana. Questi rappresentano i primi tre virtuosi nel fornire cure mediche essenziali in Italia.

Anche la Lombardia e la Provincia Autonoma di Trento hanno ottenuto risultati convincenti. Tuttavia, le regioni che hanno superato questa sfida sono solo nove. Altri territori virtuosi includono Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche e Puglia.

Allarme sanita declino
Allarme sanità

Al contrario, la Provincia Autonoma di Bolzano, la Liguria, il Lazio, l’Abruzzo e il Molise non hanno raggiunto lo standard minimo in termini di prevenzione. La situazione peggiora ulteriormente per Piemonte, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, dove si registrano fallimenti in due macro-aree di riferimento.

Italia divisa

Il divario evidente tra Nord e Sud è una realtà anche in questo contesto. Sebbene ci siano eccezioni, la tendenza generale mostra un divario. Le uniche eccezioni sono Puglia e Piemonte. La Puglia è inserita nell’elenco delle regioni virtuose, mentre il Piemonte ha fallito in due categorie di riferimento.

In generale, i punteggi più alti sono nel Centro-Nord, mentre le insufficienze sono concentrate nel Sud, quasi in modo completo. Questo segnale si aggiunge alle problematiche già esistenti sul fronte occupazionale. L’Italia mostra un’unità solo sulla carta, mentre la realtà è segnata da divisioni evidenti.

Questo scenario suscita riflessioni amare sui progetti futuri del governo di Giorgia Meloni, in particolare riguardo all’Autonomia differenziata. Come potrebbe questa strategia portare vantaggi se molti cittadini meridionali sono costretti a spostarsi al di fuori della propria regione per ricevere cure mediche specifiche, secondo quanto evidenziato dalla Fondazione Gimbe?

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